Si chiama Shakshuka ed un piatto diffuso nei Paesi del Nordafrica e in Israele.
Per me rappresenta il ricordo di un bellissimo viaggio in Israele, una Terra che amo moltissimo e in cui sperio di poter tornare.
Si tratta fondamentalmente di uova cotte in umido e ricordano molto le italiane “uova al Purgatorio” con la differenza che nella Shakshuka la base è fatta di pomodori e peperoni, oppure nella versione “Green” con pomodori e spinaci.
Io ho fatto una versione “Yellow” con datterini gialli e rossi e peperoni gialli e rossi.
La curiosità di questo piatto è che unisce due culture diverse e purtroppo opposte, quella ebraica e quella musulmana, pertanto di questi tempi può rappresentare anche un piccolo anello di congiunzione fra queste sperando che fra non molto tempo israeliani e palestinesi condividano le gioie della convivialità.
Ma perchè questo piatto è comune a due culture?
Le origini non sono chiarissime ma le fonti più accreditate tramandate fino a noi dicono che il piatto sia nato in Tunisia e poi importato in Israele da alcuni ebrei magrebini che si erano trasferiti nella “Terra Santa”.
In Israele la ricetta si diffuse al punto tale da diventare ormai un piatto tradizionale .
Da qualche anno la Shakshuka è stata riscoperta anche dai paesi anglofoni ed è facile trovarla nel menù del brunch.
La ricetta della Shakshuka
Ingredienti per 2 persone:
4 uova 1 peperone rosso di media grandezza 1 peperone giallo di media grandezza peperoncino piccante fresco o essiccato 5 pomodorini rossi 5 pomodorini gialli 2 spicchi di aglio coriandolo q.b. e in alternativa si può usare il prezzemolo olio evo q.b.
cumino in polvere secondo gradimento
Paprika q.b.
In una padella capace ho fatto rosolare gli agli nell’olio extravergine d’oliva insieme a un ciuffo di coriandolo e il peperoncino; il tempo di profumare l’olio e li ho tolti.
Nella padella ho versato insieme pomodorini e peperoni tagliati a tocchetti, ho salato e pepato e lasciato cuocere a fuoco medio.
Quando la verdura si è ammorbidita ho aggiunto le uova facendomi spazio fra le verdure e ho coperto con un coperchio per farle rassodare.
A seconda dei gusti si può scegliere se lasciare il tuorlo morbido oppure farlo rapprendere.
Servire con una spolverata di paprika, cumino a piacere e qualche foglia di coriandolo o prezzemolo.
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