Arriva a Bologna il format che ha fatto innamorare i romagnoli della pizza napoletana: si chiama “Napizz” e si rivolge ad un pubblico che ama gli ambienti ricercati.
Scrivere di nuove aperture a Bologna era diventata la routine; oggi raccontare che un gruppo di soci decide di investire ancora in pubblici esercizi, perdipiù nel settore della somministrazione, è la vera notizia.
Ma chi è che crede ancora nella possibilità di trarre profitto da un ristorante? Me lo ha raccontato Fabio Rocco, 37 anni, che circa 10 anni fa è stato fra i soci fondatori di “Napizz” piccola catena di pizzerie nata in Romagna e che è stata subito apprezzata per lo stile giovane e contemporaneo, tanto nel taglio del locale quanto nel modo di proporre la pizza.
Napizz ha uno stile giovane, come annuncia il claim “Pop Generation”, in cui l’ idea di pizzeria contemporanea si declina ispirandosi alla pop art, con ambienti colorati, in cui predominano colori vivi e arredi ricercati.
Dopo Rimini, Riccione, Cesena e Faenza, quello di Bologna è il quinto punto vendita, aperto in sordina lo scorso 7 gennaio in via Murri, dove fino a pochi mesi fa c’ era un’ altra pizzeria.
Parliamo di apertura e non di inaugurazione perché come lo stesso Fabio mi ha spiegato, il momento è molto delicato e la società ha scelto la strada del low profile, rimandando a tempi migliori l’ inaugurazione ufficiale.
Fabio Rocco, socio fondatore e portavoce della pizzeria, mi ha raccontato come è riuscito a relizzare una professione, partendo da una passione che coltivava fin dall’ infanzia:
“Sono nato e cresciuto in Molise e fin da piccolo ero affascinato dal “Pizza Show” mentre guardavo i pizzaioli che facevano ruotare gli impasti, così a 16 anni iniziai a mettermi sull’ autobus per andare a Napoli e cercare lavoro e lo trovai: iniziai con “Donn’ Amalia” di Ciro Ercole, una catena di pizzerie napoletana. Mi trasferii per lavoro a Pesaro e rimasi con loro 5 anni. Ho fatto tanta gavetta ma a un certo punto desideravo mettermi in gioco e fare di più, così andai a Rimini e iniziai a lavorare presso a pizzeria “Fratelli La Bufala”, dove sono rimasto altri quattro anni”.
Quando è nata “Napizz”?
“Napizz è nata nel 2012 perché volevo mettermi in proprio e con un socio ho aperto la pizzeria. All’ inizio non pensavo affatto di fare una catena ma tutte le altre aperture sono arrivate perché il format è piaciuto e si sono create le occasioni”.
Questo è un momento difficile per la ristorazione, perchè avete deciso di aprire lo stesso?
“Questo è un momento di riflessione. Il settore vive il suo minimo storico però noi scegliamo di investire sapendo che raccoglieremo fra sei mesi”.
Parliamo di “Napizz”, cosa ha di speciale?
“Il nostro ingrediente principale è il calore. Supportiamo questa idea tanto da avere due forni: uno per la pizza classica dove le pizze cuociono per un minuto a 450°, e un secondo forno con una temperatura di 300° dove cuociamo le pizze contemporanee. Abbiamo sette pizze classiche, fatte secondo la norma della STG (Specialità Tradizionale Garantita, ndr); poi proponiamo altre sette pizze che abbiamo chiamato “Chic”, che serviamo tagliate in sei spicchi; ci sono altre sette pizze con il cornicione ripieno, che chiamiamo “Pop”, infine abbiamo sempre una proposta di pizza fritta, che varia sempre la farcitura. Ci tengo a dire che siamo fra le poche pizzerie certificate AIC (Associazione Italiana Celiachia) e abbiamo un’ area della cucina esclusiva per fare la pizza senza glutine, quindi tutte le pizze possono essere ordinate nella variante senza glutine, basta chiederlo al momento dell’ ordine”.
Per le bevande e i dolci, cosa ci racconti?
“Abbiamo la nostra birra artigianale, si chiama “Nabirr”, ce la confeziona il birrificio Amarcord e per esaltarla abbiamo installato un impianto per birra alla spina scenografico. I dolci, invece, li abbiamo affidati al maestro pasticciere Roberto Rinaldini. Voglio aggiungere che nella nostra idea di pizzeria contemporanea un occhio di riguardo lo riserviamo al servizio: vogliamo valorizzarlo attraverso lo spirito positivo e la simpatia napoletana”.
Com’ è il locale di Bologna?
“Il locale di Bologna è in linea con gli altri, un ambiente giovanile , contenitore di contemporaneità, curato dall’ architetto Luca Pausani che segue tutti i nostri punti vendita. A Bologna il direttore del locale sarà Fabrizio Bagnara“.
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