Mantova in un giorno: tutto quello che dovete fare, mangiare, ammirare

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Mantova è una delle città più belle d’ Italia; dopo averla visitata, vi lascio qualche dritta per trascorrere una giornata fuori porta, ma ancor meglio una due giorni per godere delle bellezze di questa città.

Mantova va visitata, lo dico subito.

Conoscere questa città è importante perché è stata uno dei massimi centri d’ arte italiani, un gioiello del Rinascimento che ancora oggi attira a sé migliaia di turisti, tanto da essere stata nominata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e nel 2016 eletta Capitale della cultura italiana.

Proprio perchè l’ aspetto storico è imprescindibile, prima di passare a condividere la mia esperienza e fornirvi qualche consiglio utile, faccio un breve recap dei momenti storici più importanti.

Mantova nella storia

Mantova affonda radici nell’ età del bronzo ma è a partire dal Medioevo che inizia a delinearsi come città strategica per gli scambi, in quanto vicina al confine con l’ Emilia, con il Veneto e con il Lago di Garda.

La geografia dell’ epoca consentiva floridi commerci: da un lato la pianura permise lo sviluppo dell’ agricoltura, dall’ altro le vie fluviali permisero scambi dal Lago di Garda fino al Delta del Po; una posizione comoda e ambita, che la rese oggetto di varie dominazioni, dai Goti ai Bizantini, dai Longobardi ai Franchi.

Un periodo importantissimo fu quello dominato dalla famiglia Gonzaga: originaria dell’ omonimo Comune della provincia mantovana e forte del legame con la campagna, diede un grande impulso all’ economia agricola che accrebbe il potere e il prestigio della città, tanto che Mantova fu scelta da Papa Pio II per il Concilio del 1460.

L’ abilità dei signori Gonzaga emerse anche in ambito politico: l’ “amicizia” con la potente Repubblica di Venezia, con Milano e Ferrara, con cui si imparentarono facendo sposare il figlio Francesco II di Gonzaga con la ferrarese Isabella d’ Este, le consentirono un grande peso politico.

Il Rinascimento e la corte mantovana

I Gonzaga resero la Corte di Mantova una delle più signorili d’ Europa, dando vita al mecenatismo, fenomeno artistico italiano che interessò tutte le corti dell’ epoca e chediede origine ad una vasta produzione artistica.

Fu in questo periodo storico che furono edificate le architetture che ancora oggi richiamano migliaia di turisti: Palazzo Ducale, Castello di San Giorgio, la chiesa di San Sebastiano, la Basilica di Sant’ Andrea, Palazzo Te, il Castello di San Giorgio, a cui si aggiungono le opere pittoriche di Andrea Mantegna, massimo esponente delle arti visive mantovane, che fu ospite della corte per oltre 40 anni.

L’ era dei Gonzaga terminò nel 1627, quando la linea di successione passò ad un ramo cadetto, i Gonzaga-Nevers, che durò pochissimo perchè in città si diffuse la peste che ridusse la città in povertà e Mantova, dopo varie vicissitudini, passò sotto il dominio austriaco.

Cosa vedere a Mantova

Fatta questa lunga ma dovuta premessa storica, ora vi porto a fare una passeggiata di un giorno a Mantova, visitando tutti i luoghi artistici e assaporando la gastronomia tipica, che vanta piatti gustosi.

Innanzitutto parliamo del periodo: io ho visitato Mantova a ridosso delle vacanze natalizie, con le decorazioni che la rendevano ancora più bella, ma se potete vi consiglio di scegliere la primavera per visitare la città: afa e umidità danno una tregua e potrete spostarvi senza sentire freddo o cadere nella morsa del caldo.

Il centro storico è molto raccolto, per cui una giornata sarà sufficiente per visitare tutto ma se aveste a disposizione due giorni sicuramente potreste godervi tutto il percorso con maggiore relax. in ogni caso, se avete solo un giorno a disposizione, vi consiglio di essere sul posto alle 9.

Iniziamo partendo da Piazza delle Erbe, il centro città dove potete fare colazione sotto il portico della storica Pasticceria Caravatti con una fetta di Sbrisolona o di torta Elvezia.

Di fronte avrete la Piazza, da cui potrete ammirare la Rotonda di San Lorenzo, una chiesa dalla pianta circolare, la Torre dell’ orologio e Palazzo della Ragione con le sue decine di botteghe.

Rotonda di San Lorenzo a Mantova
Rotonda di San Lorenzo

Da questo punto, potete raggiungere in pochissimi minuti la Basilica di S. Andrea, la chiesa più grande di Mantova, opera di Leon Battista Alberti, costruita sulla base di un edificio preromano dove furono trovate le reliquie del sangue di Cristo, che ancora oggi sono conservata nella Basilica. La Basilica ha solo un’ enorme navata centrale con cappelle laterali e ospita anche la tomba del pittore Andrea Mantegna, simbolo di Mantova.

All’ uscita, potete attraversare di nuovo Piazza Erbe e proseguire verso  piazza Sordello, dove troverete Palazzo Ducale, la “reggia” dei Gonzaga, la sesta reggia più estesa in Europa,  che merita assolutamente una visita. Sulla stessa piazza, c’ è anche il Duomo e la Casa del Rigoletto, nella cui corte interna c’ è una statua del protagonista del melodramma di Verdi che è fra gli scorci più fotografati.

Proseguendo ancora avanti, vi troverete di fronte l’ enorme Castel San Giorgio, molto simile al Castello Estense di Ferrara, voluto dai Gonzaga come fortezza a protezione della città. Girandovi intorno troverete tanti angoli da fotografare; visitando l’ interno, invece, non potete mancare di ammirare la Camera degli Sposi, affrescata da Andrea Mantegna

Castello di San Giorgio a Mantova
Castello di San Giorgio

Difronte a Castello troverete l’ accesso all’ area dei laghi: Lago Superiore, Lago Inferiore e Lago di Mezzo, tre bacini fluviali situati lungo il corso del fiume Mincio che fanno parte dell’ omonimo parco. Alcuni brevi tratti sono decisamente selvaggi, con le ninfee galleggianti e fior di Loto, mentre la maggior parte dell’ area è navigabile, per cui potrete anche fare una piccola crociera, se ne avete il tempo. In alternativa, una lunga passeggiata sarà comunque un momento indimenticabile della vostra gita, soprattutto al tramonto, come è successo a me ce non smettevo più di fare foto!!

Lungolago di Mantova

Ultima tappa, imperdibile, è Palazzo Te, un’ altra perla architettonica voluta dai Gonzaga ed eseguita dall’ architetto Giulio Romano.

L’ edificio, a pianta quadrata e con un grande cortile, oggi è Centro Internazionale d’arte e di cultura e organizza mostre d’arte antica e moderna e di architettura.

Cosa mangiare a Mantova

La cucina mantovana è fortemente radicata con il territorio e le tradizioni contadine, tanto che alcuni piatti sono secolari.

Durante un viaggio a Mantova non potete non assaggiare uno dei primi con la tipica zucca mantovana, dai celebri tortelli agli gnocchi, ma anche il risotto con le rane o con i saltarei -piccoli gamberi di fiume- o il riso alla pilota, che non è un classico risotto oppure gli agnolini in brodo.

Tortelli mantovani alal zucca

Fra i secondi, non perdetevi lo stracotto con la carne d’ asino accompagnato con la polenta oppure, rimanendo sui pesci di lago, il luccio in salsa o il pesce gatto.

Una curiosità è dovuta al fatto che nel territorio mantovano si produce sia il Parmigiano che il Grana Padano, a volte considerati antagonisti, scegliete voi quale formaggio portare a casa!

Non dimenticate la tradizionale mostarda mantovana, ideale per accompagnare il formaggio ma anche carne e dolci.

Fra i dolci, vi ho già citato la Sbrisolona o la torta Elvezia, ma anche la torta Margherita, i papasin, l’ anello del Monaco e il bussolà.

Torta Sbrisolona ©fpwing/iStock

I luoghi che vi consiglio per trovare una cucina che saprà aggiungere un tassello di eccellenza alla vostra vacanza sono Aquila Nigra, Ochina bianca, Due cavallini, ristorante Carlo Govi, la pizzeria Crosta, Centro Rampini o la trattoria Fragoletta.

Vi lascio anche alcuni link utili per turisti:

www.cittadimantova.it/it-ww/infopoint.aspx

www.mantovaducale.beniculturali.it/it/informazioni/biglietti-abbonamenti-e-riduzioni

Il momento è complicato e stiamo ancora vivendo nel confinamento però nulla ci impedisce di sognare e programmare, quindi afferrate il caendario e decidete una bella giornata di giugno per visitare la bella Mantova!

Manuela Di Luccio

Credits immagine di copertina: Massimo Telò

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