Forno Brisa lancia un nuovo crowdfunding e apre il 5° punto vendita

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Con una conferenza stampa svoltasi all’ interno del Cinema Lumiere di Bologna, il Forno Brisa, già campione di incassi, o meglio di premiazioni come una delle migliori imprese legate al mondo della panificazione, ha presentato l’apertura del nuovo Crowdfunding.

A sette anni esatti dal 6 dicembre 2015, quando fu inaugurato il primo punto vendita, i fondatori Pasquale Polito e Davide Sarti, sono letteralmente tornati sul palco per raccontare i nuovi progetti e lanciare una nuova raccolta fondi, dopo la prima svoltasi nel 2019.

In questi anni Forno Brisa si è trasformato da panificio di quartiere in una società strutturata, affrontando cambiamenti e tagliando traguardi che sicuramente neanche i fondatori si aspettavano.

Forno Brisa
Davide Sarti e Pasquale Polito

Forno Brisa: un progetto giovane

Come sottolineato dagli stessi titolari, Forno Brisa ha una Natura multiforme, che nel tempo ha saputo abbracciare settori affini e che si è avvalsa di figure professionali con diverse competenze per far crescere il progetto: nella “famiglia Forno Brisa” (loro amano definirsi così) ci sono laureati in Geografia, carriere avviate nel settore del “Counseling”, comunicatori digitali, esperti di diritto agrario e alimentare.

Ognuno di loro ha trovato in questa azienda il lavoro dei sogni che non trovava fuori e ha potuto mettere in gioco attitudini nuove.

Il “segreto” è stato sicuramente un approccio imprenditoriale contemporaneo e lungimirante associato ai buoni insegnamenti della Scuola di Slow Food, dove i fondatori si sono formati.

Non solo: l’uso di un linguaggio giovane, quasi uno slang che si è appropriato di comuni modi di dire rivisitati in chiave alimentare, e la creazione di format da vivere tutto il giorno hanno sicuramente aiutato Forno Brisa a penetrare in un segmento di clientela, quello dei trentenni, che sembrava destinato ad allontanarsi dal mondo artigianale, almeno in fatto di cibo.

Il nuovo Crowdfunding

Oggi “il parentato” si è esteso inglobando l’ avvocato, il commercialista, il notaio e l’ esperto di investimenti: sono loro che sono saliti sul palco del Lumiere insieme ai fondatori come “testimonial” del progetto di crowdfunding che punta a un tetto di 2 milioni di euro.

La cifra, notevole, servirà per realizzare il sogno di un mulino in Abruzzo per investire ancora sulla terra e avere sotto controllo tutta la filiera: già da tempo, infatti, Forno Brisa ha investito su alcuni terreni selezionando i grani per ottenere una farina -e di conseguenza lievitati- con il proprio marchio di fabbrica.

Un altro progetto centrale è quello della digitalizzazione delle imprese artigiane appartenenti al gruppo –Breaders Srl-  attraverso lo sviluppo di un software customizzato per la gestione delle bakery.

L’ altra novità, infatti, è che Brisa non si occupa più solo del proprio brand ma supporta anche la crescita di altre realtà simili, sempre legate al mondo del pane.

La domanda, non scontata, sorge spontanea: perché un’azienda già affermata ha bisogno di ricorrere al crowdfundig e non chiede un prestito in banca come si è fatto sempre?

La risposta arrivata dal palco afferma che oggi purtroppo le banche non rilasciano più ingenti somme di denaro neanche difronte alla solidità strutturale ed economica di un’impresa.

Il Crowdfunding, che oggi è conosciuto ai più come raccolta fondi per sostenere cause umanitarie o animaliste, oggi si pone quindi anche come strumento di crescita per le imprese.

Dopo la prima raccolta fondi del 2019 il team di Brisa ha realizzato tutti i progetti promessi – tra cui il nuovo laboratorio, lo spaccio in Bolognina, un nuovo negozio, l’ampliamento del primo store in via Galliera, una micro torrefazione e una piccola fabbrica di cioccolato di filiera –  e la crescita ha consentito ai 357 soci, in meno tre anni, una rivalutazione delle proprie quote ben oltre il 200%.

Forno Brisa

A rendere questa nuova operazione ancora più solida oggi c’ è un team di consulenti: Federico Dettori dello studio legale Gop, Carlo Stanzani, commercialista della Cst Consulting, Fabio Nalucci di Gellify, Michela Salvatelli di Hiskill, Arianna Gandolfi dell’agenzia Freel, Andrea Lipparini della Bologna Business School e tanti altri.  Nel 2022 inoltre, Breaders srl si è certificata anche come PMI innovativa, dando agli investitori di questo nuovo round un ulteriore motivo per supportare e contribuire a questa raccolta di capitale: accedere a importanti sgravi fiscali.

Forno Brisa, inoltre, è Società Benefit, certificata da poco anche come B Corp®, ed è riconosciuta dall’anno scorso come Great Place to Work®.

Ecco, tutto ciò sembrerà strano a chi vede il panificio solo come un piccolo negozio di quartiere ma i cambiamenti arrivano, o si cerca una strada per farli arrivare.

Il quinto punto vendita

La presentazione del crowdfunding è stata occasione anche per annunciare la nuova apertura a Bologna, in via Laura Bassi Veratti, avvenuta lo stesso sei dicembre.

Il nuovo punto vendita segue lo stesso fil-rouge dei precedenti: un locale da vivere dalla mattina alla sera con banco del pane, vetrina dei dolci per la colazione, selezione di espresso e caffè-filtro; vetrina variegata di pizze in teglia e rustici e selezione dei vini per pranzo, cena o aperitivo.

Naturalmente, il brindisi beneaugurante  è stato accompagnato dal taglio del panettone.

Il panettone del Forno Brisa è costantemente buono ma soprattutto è riconoscibile: non so dire esattamente cosa sia, ma ogni anno che lo assaggio lo “riconosco”.

Anche su questo punto si può fare una riflessione: Brisa, sempre per il suo sguardo verso la contemporaneità, ha intuito il potenziale di internet e dell’e-commerce e ha puntato subito su una distribuzione ampia, facendo del panettone un marchio di fabbrica e di qualità dell’ azienda.

E per adesso è tutto, almeno fino alla prossima novità.

Forno Brisa

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