Il 2020 si sta rivelando un anno importante per il comparto
del turismo, dell’ accoglienza e della ristorazione: da un lato ci sono le
difficoltà legate all’ emergenza sanitaria, da un altro lato la capacità di
reagire che il nostro Paese sta dimostrando con forza, determinazione e
coraggio.
Questo sito, che tratta soprattutto di questi argomenti, è cosciente che dietro alla ripresa deve esserci il sostegno della politica, che più che mai ha il compito di guidare tutti i settori e infondere fiducia negli italiani: per questo motivo abbiamo chiesto a Matteo Lepore, Assessore al Comune di Bologna, di raccontarci alcuni aspetti degli ultimi mesi che hanno fatto di Bologna l’ alfiere della rinascita post lockdown. E’ stata l’ Emilia Romagna, infatti, a varare il protocollo delle riaperture dei ristoranti a livello nazionale e Bologna, come capoluogo di Regione, è stata la capitale di questa rinascita, riuscendo ad organizzare un’ estate in città con un cartellone di eventi che sta regalando ai cittadini un’ estate serena, contro ogni previsione.
Questa estate non ci sono stati alcuni luoghi del cibo e della convivialità che da qualche anno ci facevano compagnia nei mesi estivi; in compenso sono nati nuovi punti di aggregazione, debitamente monitorati con un accurato sistema di prenotazione, che dal centro storico arrivano fino alle periferie dei vari quartieri cittadini e a tutta l’ area metropolitana. La novità è forse proprio questa: la necessità di contenere le presenze nel centro storico ha fatto sì che ogni quartiere avesse il proprio cartellone estivo, vicino casa. Inoltre, la necessità di tutelare i cittadini ha fatto sì che si sviluppasse un rapporto più stretto fra Amministrazione e Comunità: una nota non da poco, che potrebbe essere la svolta di una politica ancora più vicina alle persone.
Fra i progetti di “Bologna Estate 2020” di cui il Comune si è fatto promotore, ricordiamo “Dumbo Summertime”, “Borgo Mameli”, “Il treno del ricomincio”, “Piccoli teatri di Quartiere”, “In Chiostro e dintorni. Pensieri e immagini per scrivere Bologna” e “En plein air”, per citarne alcuni.
Dietro questo ottimo lavoro, spicca proprio la figura di Matteo Lepore, che da qualche anno, insieme al suo staff, ha portato a compimento l’ evoluzione di Bologna in città turistica, ricoprendo uno dei ruoli-chiave di questo Consiglio Comunale: l’ Assesorato alla Cultura, Turismo e Promozione della città, Immaginazione civica, Sport, Patrimonio, Agenda digitale del Comune di Bologna, a cui si aggiunge la delega come Presidente del Comitato di indirizzo della Destinazione Turistica Metropolitana.
Nato a Bologna nel 1980, laureato in Scienze Politiche, Matteo Lepore entra nella vita politica da giovanissimo e fin dagli anni dell’ Università si dedica al mondo dell’ associazionismo e dell’ impresa culturale, per cui svolge delle consulenze da project-manager. Con un curriculum esemplare di stages, specializzazioni all’ estero ed esperienze lavorative, entra a far parte della Giunta Comunale di Bologna nel 2011, poco più che trentenne, e conquista anno dopo anno i consensi cittadini, che rivedono in lui il ritorno dei giovani alla politica impegnata, presente sul territorio, costruttiva.
Quando è nato Matteo
Lepore “Uomo politico” e quali motivazioni L’ hanno spinta a partecipare
attivamente alla vita pubblica?
“Ho sempre giocato a pallacanestro, fin da quando avevo tre
anni, e un giorno, quando avevo 17 anni, i miei compagni di squadra mi invitarono
ad una riunione di partito: vi partecipai e da lì non è più stata la stessa
cosa. Due anni dopo, a 19 anni, fui eletto nel Consiglio di Quartiere del
Savena e da allora è iniziato tutto”.
Il Suo Assessorato
ricompre un campo vasto (Economia e promozione della Città, Turismo, Relazioni
Internazionali, Agenda Digitale) e poi c’ è la delega per il Turismo e
promozione della città, Cultura e progetto nuove centralità culturali nelle periferie,
Immaginazione civica (Fondazione Innovazione Urbana, Programma PON Metro),
Patrimonio e Sport, Rapporti con l’Università: come organizza il Suo lavoro e
quali sono le priorità per la Città di Bologna in questo momento?
“In questi anni abbiamo creato una bella squadra fra il Comune e gli operatori turistici di Bologna. Nove anni fa Bologna non era una città turistica: in questi anni sono nate imprese e figure professionali che in città non esistevano e non si conoscevano. Si è costituita Bologna Welcome, l’ agenzia di promozione turistica cittadina e da allora lavoriamo insieme per la promozione turistica nazionale e internazionale. Credo che in questi anni l’ obiettivo del nostro lavoro sia stato soprattutto quello di coinvolgere appunto queste nuove imprese e queste nuove realtà del settore culturale e turistico; ogni anno definiamo un’ agenda di progetti e obiettivi comuni che negli ultimi cinque anni hanno creato 10 mila posti di lavoro pre-Covid: in ambito turistico Bologna è passata da 32 mila occupati a 42 mila negli ultimi cinque anni”.
L’ Italia sta uscendo da
un momento difficilissimo causato dall’ emergenza sanitaria generata dal
Covid-19: in questo frangente la Regione Emilia Romagna è emersa per la capacità organizzativa nei momenti più
difficili e anche per la capacità di sviluppare linee-guida che poi sono state
adottate anche dalle altre Regioni. Bologna, come capoluogo, ha partecipato
attivamente alla ripresa: secondo Lei quali sono state le “qualità” che hanno
permesso all’ Emilia Romagna di farsi capofila nella “Fase 2”?
“Io credo che in Regione la voglia di lavorare non sia mai mancata, soprattutto parlo della voglia di lavorare insieme. Credo che la collaborazione e la cooperazione siano elementi che hanno contraddistinto questa Terra fin dal 1800: si tratta di valori umani prima ancora che politici perché riguardano tutti i cittadini che vivono in Emilia Romagna, a tutte le latitudini. Bologna, che è la “capitale” di questa Regione, in questi anni ha saputo crescere portandosi dietro anche tutte le altre città d’ arte: questo significa che abbiamo creato un metodo di collaborazione che anche in epoca di emergenza ha pagato, tanto negli anni del terremoto quanto oggi, con la gestione dell’ emergenza Covid-19”.
Da alcuni anni l’
estate bolognese è diventata un evento imperdibile per i cittadini che
finalmente hanno un programma estivo in città: ci racconta come è stato
possibile realizzare questo cartellone di eventi con tutte le difficolta
annesse al periodo?
“Solo pochi mesi fa non avremmo immaginato di riuscire a realizzare questa programmazione estiva, invece “Bologna Estate” c’ è – la notizia è questa- a partire dal cinema in Piazza Maggiore, che abbiamo raddoppiato con il secondo schermo al Quartiere Barca; siamo in oltre 200 luoghi della città e altrettanti sparsi nell’ area metropolitana. Abbiamo anche alcuni progetti che stiamo per lanciare che riguardano i quartieri: porteremo questo progetto a cui tengo molto che si chiama “Il treno del ricomincio”, sia al Villaggio Ina a Borgo Panigale che al Savena, con un programma di teatro, laboratori per famiglie e bambini che si svilupperanno attorno a questa installazione a forma di treno, i cui vagoni sono stati costruiti con l’ arte partecipata. C’ è “Dumbo”, un progetto che andrà avanti e che parla al futuro della città: si tratta di un uso temporaneo di un’ area dismessa che noi vogliamo riqualificare per attività dedicate alle imprese culturali, all’ università, agli studentati e vogliamo che diventi un polo attrattivo per il futuro di Bologna, soprattutto per i giovani. Quindi è un’ estate che coinvolge molto i cittadini e punta a superare la paura dello stare insieme, pur garantendo la piena sicurezza e tutte le regole per contrastare la pandemia”.
Non posso non farLe
una domanda sulle paure per il prossimo futuro. C’ è qualche nuovo focolaio
sparso qua e là, anche in Regione: quale invito vorrebbe fare ai cittadini sul
fattore sicurezza?
“Io credo che dobbiamo fare un passo alla volta, dobbiamo essere prudenti perchè l’ emergenza non è finita ma dobbiamo essere altrettanto capaci di organizzare la nostra presenza in città. L’ estate è un modo di organizzare lo spazio pubblico. Per fare un esempio: una piazza vuota, non organizzata, è una piazza dove le persone si ritrovano con timore; invece una piazza organizzata, con le sedute prenotate e attività culturali, è una piazza accessibile davvero a tutti, anche alle persone che ancora si sentono indifese. Non diamo per scontato che il virus sia finito, anzi, purtroppo noi stiamo ancora convivendo con il virus, finchè non si troveranno il vaccino e gli anticorpi efficaci. Quindi ognuno di noi deve osservare le regole, portare la mascherina e osservare le distanze per contenere il virus”.
Quali sono stati i
progetti che Le hanno dato più soddisfazione in questi anni di vita politica?
“Credo tutti i progetti che hanno coinvolto i quartieri, creando nuove centralità urbane e nuovi presidi culturali dei quartieri attraverso la rigenerazione degli spazi: penso alla nascita del “Mercato Sonato”; penso alle “Serre” dei Giardini Margherita; penso al lavoro fatto in Bolognina, mettendo insieme i commercianti e i ristoratori di via Serra e del Mercato Albani. Tutto ciò che ha fatto suscitare nuove energie e ha dato luce ad un pezzo di città che prima si pensava degradata ma che in realtà aveva solo bisogno di ridare spazio alle proprie energie per presidiare il territorio”.
Che modello di città
vorrebbe realizzare per i cittadini?
“Credo che Bologna abbia un ruolo nel nostro Paese che è
quello di riuscire a dare un messaggio di voglia di inclusione sociale e di
impegno. Io penso che tanti ragazzi da ogni parte d’ Italia scelgano ogni anno
Bologna come luogo di vita, di studio o di lavoro non solo perché qui hanno
delle possibilità economiche ma perché condividono alcuni valori che sono il
messaggio universale della città: un patto civico che dice che qui è possibile
stare bene se ognuno fa la propria parte e si impegna. Credo che questo
messaggio di Bologna deve essere mantenuto, molto forte, perché ne ha bisogno
tutto il Paese”.
Cosa sogna per il
futuro?
“Credo che dobbiamo continuare a pensarci come un “Noi”,
come una comunità. Credo che i progetti nella politica negli ultimi anni, sia
in Italia che nel mondo, abbiano segnato il passo e siano stati dei grandi
fallimenti, grandi promesse che poi in poco tempo si sono bruciate. Io penso
che invece vada costruita una strada in cui la politica torni ad essere un
luogo collettivo, di partecipazione, in cui insieme si è più forti perchè si
riescono ad ottenere delle cose. Per la mia parte politica, che è la “Sinistra”,
questa è una ricetta fondamentale: tutte le volte che la Sinistra ha perso
questa ricetta, si è miseramente schiantata contro l’ astensionismo o addirittura il voto che andato verso la
Lega e la Destra. Quindi credo che noi, in questo territorio, abbiamo il
compito di portare avanti questo modo di lavorare, di guardare al bene comune e
io vorrei fare parte di questo percorso”.
Di seguito, lasciamo alcuni link dove è possibile conoscere tutte le attività del Comune di Bologna e i progetti estivi:
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