Cosa vedere a Catania: la mini-guida pratica

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Cosa vedere a Catania

Scrivere una guida pratica su una città quando nel mondo tutti conoscono e consultano Lonely Planet potrebbe essere quasi inutile ma Catania è uno di quei posti che ti incanta ma ti lascia anche con tante domande.

Quindi proverò a scrivere una mini-guida pratica per chi mi legge e qualche riflessione che metterò nero su bianco per ricordarle soprattutto a me stessa quando mi capiterà di rileggermi.

Catania non è una città a misura d’uomo e la sua valorizzazione come destinazione turistica è ancora in corso: ma, allora, perché visitarla?
Perché ha un centro storico meraviglioso, perché il Barocco ti incanta, i dettagli architettonici rubano l’attenzione e, non da ultimo, la gastronomia è tra le più golose.
Catania è anche una delle città del cinema, scelta da produzioni internazionali e grandi registi: Divorzio all’italiana, Il Gattopardo, il ciclo de Il Padrino e Malena sono solo alcuni dei film girati fra i bellissimi scorci catanesi .

La città si gira bene in 2 giorni ma con un giorno in più si riesce a visitare anche una delle belle mete di provincia, fra mare e montagna.

Primo giorno

Il primo giorno l’ho dedicato al centro storico partendo di buon mattino.

Cattedrale di Santa Agata. E’ il Duomo di Catania, il vero cuore della città da cui poi è facile muoversi attraverso i principali siti di interesse.
La Cattedrale, dedicata alla Veneratissima Santa Patrona, sorge sul luogo del martirio della stessa e nei secoli è stata più volte distrutta e ricostruita dopo eventi naturali e incidenti. La chiesa attuale fu edificata nel 1711 ed esternamente riporta ricchi ornamenti tipici dello stile Barocco siciliano: la cancellata in ferro battuto ornata con 10 santi in bronzo, le colonne di granito, le statue marmoree e il bellissimo portale in legno sono solo alcuni degli elementi da ammirare. All’interno, nell’abside centrale, il bellissimo affresco dell’Incoronazione di Sant’Agata e la maestosa cappella dedicata alla Patrona sono i due ambienti da visitare.

Badia di Santa Agatina è una piccola chiesa a forma circolare proprio accanto alla Cattedrale del Duomo. La particolarità della Badia è la terrazza circolare da cui si può ammirare tutta Catania dall’Etna al mare. La visita costa 5€: si sale in ascensore su una prima terrazza e poi attraverso una torretta si sale alla terrazza panoramica, dove fare foto bellissime!

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L’Etna visto dalla terrazza della Badia di S. Agata

‘O Liotru. In Piazza Duomo c’è anche un altro elemento strettamente legato a Catania ed è O Liotru, una scultura che riproduce un elefantino, considerato protettore della città. Il nome probabilmente è la declinazione dialettale di Eliodoro, la cui leggenda lo descrive come un nobile esoterista capace di cavalcare l’elefantino di marmo per raggiungere Costantinopoli.

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O Liotru

Sulla Piazza del Duomo si affaccia anche Porta Uzeda, costruita in stile barocco catanese con la caratteristica pietra lavica nera e il marmo bianco per le decorazioni. Attraversandola, ci si trova direttamente dentro ‘A Piscaria, un altro luogo-simbolo di Catania.

A Piscaria. E’ lo storico mercato del pesce di Catania, tra Piazza Duomo e le monumentali Mura di Carlo V. Il mercato è rimasto pressappoco uguale nel tempo: sulla piazzetta ogni mattina si allestiscono banchi essenziali dove si trova soprattutto il pescato locale quale tonno, pesce spada, alici e sarde, pesce sciabola. E’ uno dei mercati più antichi e pittoreschi d’ Italia e la mattina presto è facile sentire “‘A Vuciata” ovvero il forte vociare dei venditori che caratterizza la vita quotidiana di questa parte della città, dove è ancora vivo lo stile di vita popolare legato al raduno al bar, alle chiacchiere, al gioco delle carte. Proseguendo fra una strada e un’altra i banchi del pesce lasciano spazio a quelli della carne e quelli ortofrutticoli.
Con gli anni, intorno al mercato del pesce sono nate tante botteghe alimentari, alcune delle quali si trovano in via Gisira, conosciuta anche come “via degli ombrellini” per via delle centinaia di ombrellini che decorano la strada e l’hanno resa uno degli scorci più instagrammabili di Catania.

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via Gisira

Via Etnea. La via Etnea è una lunga strada pedonale che unisce la Piazza del Duomo ai Giardini Bellini e in questa direzione l’Etna sembra sovrastare il paesaggio e fa da sfondo ai palazzi della città. E’ una via commerciale ma attraversandola si incontra il Teatro Greco-Romano, un sito archeologico nel cuore della città ribattezzato dai catanesi “Colosseo Nero” perché per costruirlo sono state usate pietre laviche originate dal vulcano Etna. Il sito archeologico non è molto grande e anche l’accessibilità è limitata ma si può fotografare anche dall’esterno.

Giardini Bellini. Sono il cuore verde di Catania, dalle linee romantiche, quasi parigine. Con i suoi oltre 60 mila mq, la “Villa Bellini”, come la chiamano i catanesi, ospita oltre 700 alberi e 200 palmizi. Sulla cima della collinetta c’è un ampio spazio per sedersi, leggere, ascoltare musica e ammirare i viali che nella bella stagione si tingono di lillà con i bellissimi fiori di Jacaranda che sembrano piccole trombette.

Giardini Bellini

Questo primo giro in città sono riuscita a farlo nell’arco di una mattinata partendo dal Duomo intorno alle 8:30. Alle 13:30 ho fatto una pausa pranzo in uno dei locali che vi suggerisco nel paragrafo dedicato al cibo che troverete più avanti.

Nel pomeriggio ho voluto scoprire una parte di Catania “alternativa” di cui avevo sentito parlare.

San Berillo è uno dei quartieri che sembrava destinato a un futuro roseo, considerata la posizione centrale.
Purtroppo a partire dagli anni ’60 lo spostamento del cuore economico della città e piani urbanistici poco oculati hanno tagliato fuori questo quartiere dallo sviluppo sociale ed economico, facendolo piombare in uno stato di abbandono.
Oggi i colorati ornamenti tribali e i murales caratterizzano il dedalo di viuzze che si snoda fra palazzi vecchi, alcuni dei quali murati, altri di cui sono accessibili solo i piani terra.
Ad abitare buona parte degli alloggi ci sono varie comunità, soprattutto sudamericani e magrebini.

In tutta onestà siamo ancora molto lontani dal rendere questo quartiere interessante da un punto di vista turistico: si respira più aria di abbandono che di valorizzazione; intorno alle tre stradine dipinte c’ è troppo degrado e soprattutto è sconsigliabile visitarlo di sera.

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San Berillo

Secondo giorno


Uno dei problemi della Sicilia sono le comunicazioni e la possibilità di raggiungere i vari siti turistici.
La linea ferroviaria percorre solo la costa e delle strade interne meglio che non ne parliamo.
Quando mi sono imbattuta in Tourist Service mi è sembrata una manna dal cielo perché organizzano tour panoramici con autobus scoperti e la loro base è centralissima, praticamente di fianco il Duomo.
Il tour dell’Etna costa solo 35 euro e dura circa sei ore: un’ora per raggiungere Rifugio Sapienza (1920 metri sul livello del mare) e da quel momento vi lasciano 4 ore libere per decidere cosa fare: si può rimanere al rifugio per pranzare oppure prendere la funivia o fare un percorso a piedi e raggiungere alcuni dei crateri inattivi.

Un altro tour molto carino è quello che conduce sulla Riviera dei Ciclopi fino ad Aci Castello e Aci Trezza, dove è possibile fermarsi anche un’intera giornata per poi rientrare con la corsa pomeridiana; in alternativa si può scegliere di fare solo il giro turistico con strategiche soste per ammirare e fotografare il Castello di Aci Castello oppure i faraglioni di Aci Trezza. Il tour costa 15€.

Un’altra gita che si può fare utilizzando il treno è quella a Taormina con il suo bellissimo teatro greco oppure trascorrere una giornata all’avventura facendo trekking fluviale o rafting alle Gole dell’Alcantara.

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Faraglioni di Aci Trezza

Terzo giorno

Durante l’ultimo giorno ho terminato il giro a Catania visitando altri luoghi che avevo segnato come interessanti.

Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena. E’ uno dei più grandi monasteri d’ Europa, oggi affidato e gestito dall’ Ateneo di Catania. L’ingresso ad alcune aree è libero ma per visitare la storica biblioteca e i giardini bisogna prenotare una visita che dura un’ ora.
L’edificio monastico, che nasce nel ‘500 e si sviluppa fino ai giorni nostri, comprende anche una monumentale chiesa del 1700 ed è un esempio di integrazione architettonica tra le epoche: contraddistinto da molteplici trasformazioni oggi è patrimonio mondiale dell’Unesco.

Chiostro del Monastero dei Benedettini


Le visite guidate hanno la durata di 75 minuti circa e prevedono la visione degli spazi più significativi del monastero: i due chiostri, il piano cantinato del ‘500 oggi riadattato a Biblioteca del Dipartimento di Scienze Umanistiche (Unict), le domus romane visibili mediante strutture sospese, il Giardino dei Novizi, per finire con cucine e cantine del ‘700, opera dell’architetto Vaccarini, e il sontuoso scalone monumentale. Consiglio caldamente di visitarlo, è davvero bello e interessante.

Lungomare. Non poteva mancare una passeggiata sul lungomare. Il problema del lungomare è che è affiancato da una strada statale ad alta affluenza che lambisce tutto il lato costiero di Catania e che inevitabilmente porta molto rumore, ma alla fine si fa. Se amate passeggiare, potete percorrere tutta l’area pedonale ammirando le caratteristiche scogliere nere e spingendovi fino a Ognina, un piccolo borgo marinaro che è stato man mano assorbito dalla città fino a diventare uno dei suoi quartieri, così come è successo a Genova con il quartiere di Boccadasse.

Lungomare di Catania

Tornando nel centro storico, un passaggio obbligato e in via Crociferi, nota anche come “via delle chiese”: infatti, in una sola strada sono presenti quattro chiese e tre monasteri che si susseguono in meno di 200 metri. La strada in effetti è molto bella, anche se i tavolini dei vari dehors e la movida che ne consegue risultano invadenti e tolgono molto al panorama urbano.

Castello Ursino. Costruito da Federico II di Svevia, il Castello Normanno oggi è sede del Museo Civico. La presenza di questo castello ha aiutato a tenere viva questa parte di Catania, a forte rischio degrado, considerato che nei quartieri popolari che la circondano ci sono dei palazzi che andrebbero abbattuti, strade senza marciapiedi e incuria di vario genere.

Però proprio in questa Catania popolare ho trovato cose carinissime, come le grandi cipolle giarratane infornate o cotte su una brace: da alcune gastronomie proveniva un profumo buonissimo.

E a questo proposito vi lascio al capitolo dedicato alle tipicità enogastronomiche e agli indirizzi utili da salvare per vivere buone esperienze di gusto.

Cosa e dove mangiare a Catania

Catania ha una forte tradizione di cucina marinara legata al pescato locale, mentre sul versante carnivoro la gastronomia si fa notare per l’utilizzo di carne di cavallo. Il piatto più conosciuto è sicuramente la pasta alla Norma, in onore del compositore catanese Vincenzo Bellini, ma provate anche la pasta ncaciata che sicuramente amerete.

Catania, come altre città siciliane, è una vera tentazione in fatto di gola: dal cibo di strada ai ricchi timballi fino alla sontuosa pasticceria c’è sempre qualcosa di tipico da assaggiare.

Il primo indirizzo giusto per iniziare la giornata con un caffè e un cannolo o una brioche con la granita è Prestipino, storico ed elegante caffè catanese nelle adiacenze della Cattedrale di S. Agata.

Savia è l’altro nome storico, sulla via Etnea, di fronte l’ingresso dei Giardini Bellini: qui oltre ai cannoli giganti -in realtà standard per le misure siciliane- troverete anche gli arancini più buoni di Catania, a meno a quanto dicono i catanesi stessi! Io li ho assaggiati e dico che sono i più buoni che abbia mai assaggiato.

Proprio accanto a Savia c’ è il terzo nome storico, “Spinella” specializzato soprattutto nel salato.

Nella bella stagione ci sono alcune strade che diventano locali a cielo aperto con lucine e tavolini: Santa Filomena District è davvero molto carina e ci sono locali di qualità come Fud-Bottega Sicula dove gli ottimi arancini in formato degustazione sono perfetti per accompagnare calici di vino, dilatando piacevolmente i tempi.

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A proposito di vino, quello catanese per eccellenza è l’ Etna Rosso, o in alternativa Etna Bianco, o il Cerasuolo di Vittoria ma per rimanere in regione si può puntare anche con Catarratto, Grillo, Inzolia e poi senza dubbio i grandi vini conosciuti in tutto il mondo come il Passito di Pantelleria da uve Zibibbo oppure il Marsala prodotto a Trapani.

Borgo Federico, invece è l’insieme di vicoletti e piazzette che si sviluppa attorno il Castello Ursino e che, come dicevo, ha contribuito a tenere in vita questo quartiere.

Per lo street food il posto giusto è la già citata Via Gisira e le strade intorno al mercato del pesce dove troverete Scirocco Sicilian Fish Lab, forse la migliore bottega di cibo di strada.

Un buon gelato? Sicuramente quello di Don Peppinu, lo trovate all’inizio della via Etnea, a pochi passi dal Duomo. Qui il gelato è fatto con materie prime di qualità e artigianalità.

Per quanto riguarda la ristorazione classica mi sento di consigliare vivamente Antica Marina, una delle migliori trattorie di mare in cui ho mangiato: splendidi i gamberoni in pasta kataifi o la parmigiana di pesce bandiera. L’ambiente è fresco e colorato e il personale molto cortese e sorridente.

Acqualavica è un altro indirizzo consigliato, rimanendo sempre nelle vicinanze del mercato del pesce. L’atmosfera è molto accogliente: le pareti in pietra viva, il cotto dei pavimenti e le belle piante ornamentali la rendono una taverna di design. Fra i piatti consigliati ci sono le Sarde beccafico e cavolo trunzo oppure la Braciola di spatola “atturrata”.

Sarde beccafico e cavolo trunzo

Se la vostra passione è il fine dining invece il consiglio è il Ristorante Coria, insignito della Stella Michelin. Da pochi mesi gli chef Domenico Colonnetta e e Francesco Patti dopo una lunga esperienza a Caltagirone hanno deciso di spostare al centro di Catania una visione di cucina che cerca ispirazione nelle molteplici influenze che caratterizzano la tradizione siciliana, interpretandole in chiave moderna.

  

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