Un ristorante con albergo diffuso è l’anima di un paesino della Romagna Toscana
Se esistesse una cucina dell’allegria allora il suo indirizzo sarebbe in via Roma a Portico di Romagna (FC): è qui che da 50 anni ha sede il ristorante “Al Vecchio Convento” della famiglia Cameli. Sono stata Al Convento pochi giorni fa e mi sono portata un’esperienza gastronomica di rilievo, di quelle che si fissano subito nella memoria, e tanto basterebbe per riportarla qui, ma ci sono dettagli che vanno oltre il cibo e il plus di questo indirizzo è sicuramente l’ospitalità.
Siamo in un paesino della cosiddetta Romagna Toscana, zona a cavallo degli Appennini che storicamente è stata governata da Firenze e che solo 101 anni fa è stata integrata nella Regione Emilia Romagna: da sempre una terra di passaggio e di frequentazione per “scollinare” da una Regione all’altra o per godere di una dieta genuina ma golosa: grani locali, funghi, tartufi, paste ripiene, vini.
E’ la mamma della famiglia, la Sig. Marisa Raggi, che mi accoglie: capelli candidi che incorniciano un viso da ragazzina, occhietti vispi e tanta voglia di raccontare la famiglia, il lavoro a cui sono legatissimi e il territorio che li circonda. Insieme al marito, Giovanni Cameli, e i figli Massimiliano e Matteo, Marisa ha dedicato tutta la vita al lavoro, dando un contributo importante alla vita di Portico di Romagna, che grazie a loro ho scoperto essere molto speciale.
Famiglia Cameli
“Io e mio marito Giovanni abbiamo appena compiuto 51 anni di matrimonio. Lui lavorava già a Milano come cuoco, io lo raggiunsi ma un anno dopo decidemmo di tornare qui a Portico. Trasformammo uno dei palazzi padronali del centro storico in un Hotel 3 stelle chiamandolo “Al Vecchio Convento”. Nel 1974 è arrivato Massimiliano e nel 1977 Matteo che hanno deciso di fare i cuochi. Massimiliano ha sposato una ragazza della Danimarca, da qualche anno si è trasferito lì e ha aperto un ristorante di cucina italiana. Matteo invece è rimasto qui nel ristorante di famiglia. Nella gestione c’ è anche la moglie di Matteo, Ulla, anche lei danese”.
Albergo e ristorante sono stati i primi passi dei Cameli per sviluppare un modello turistico familiare ma completo. L’albergo diffuso garantisce un buon soggiorno ai tanti turisti che raggiungono queste zone soprattutto in autunno, durante il tempo del Tartufo che caratterizza i sapori di queste zone. La presenza del pregiato tubero con gli anni ha stimolato il turismo straniero e loro non si sono fatti trovare impreparati: prima la scuola di italiano e poi quella di cucina hanno perfezionato l’ospitalità rendendola un modello per tante zone periferiche che vorrebbero emergere.
Pane al farro crema di parmigiano 36 mesi, tartufo
“A Portico il Tartufo non ha stagione: si trova 12 mesi all’anno a seconda delle zone” -mi racconta Marisa- “All’ inizio non capivo il valore del Tartufo; sono stati gli ospiti stranieri a farmi capire il suo pregio e che avevamo un elemento unico su cui puntare: ormai da 30 anni abbiamo la nostra tartufaia privata naturale nei boschetti intorno a Portico. Nel 1979 mio marito ha trovato anche un tartufo enorme di 1450 grammi”.
Il Tartufo quindi è un alimento imprescindibile della tavola del Vecchio Convento ma è il tocco magico di una cucina fatta con cura e passione. Matteo è stato due volte al Noma di Copenaghen, ha dato un taglio preciso al ristorante ma come i genitori ha mantenuto il sorriso e l’allegria che può fare solo bene a tutta la brigata. Quando passo davanti la cucina a vista sventola una figurina di Toto’ Schillaci, il calciatore recentemente scomparso, e lo definisce il suo protettore.
Se potete, scegliete il menù-degustazione6 portate60 €: Matteo vi farà divertire di più!
Gli appassionati di vino possono scegliersi la giusta etichetta da gustare direttamente nella cantina centenaria.
Con il Pane al farro, mousse di cipolla, crema di parmigiano 36 mesi, tartufo nero/bianco (18/25€) si parte già con tanto entusiamo. “Top” direbbero quelli bravi.
Si procede con un Uovo soffiato, salsa di cipolla ridotta, acqua di orzo fermentato, formaggio di fossa e brodo di porcini (16/23€) che racconta le esperienze in quel di Copenaghen anche se gli ingredienti sono locali. Tecnica e mentalità esaltano quel che altrove sarebbe un “già visto”.
Cappelletti di pernice, tartufo nero/bianco (24/31€) sono stati semplicemente perfetti ma i miei preferiti sono stati gli Gnocchetti di ricotta, crema di patate, funghi porcini (18€)
Cinque le scelte per i secondi di carne tra cui spiccano il Tacos di sedano rapa, tartare di cervo, gemme di bosco (20€) e la Tagliata di vacca vecchia portoghese (8€ per hg)
Per chiudere, un buonissimo Gelato al foie gras e scaglie di tartufo in pendant con tutto il resto.
La sala più grande del ristorante è molto bella e accogliente, con un grande camino, ma se capitate nella stagione giusta non perdete l’occasione di pranzare nella bellissima corte interna che sembra un giardino segreto.
Portico di Romagna: un paese da scoprire e frequentare
Le attività proposte della famiglia Cameli per far conoscere il territorio non si fermano alla buona tavola ma comprendono anche escursioni in e-bike con guida, caccia al tartufo, corsi di lingua italiana e corsi di cucina.
L’ultimo omaggio dei Cameli a Portico è “Libri Liberi” una libreria completamente gratuita che Marisa ha voluto per tenere viva la cultura e la curiosità. Il paese è conosciuto anche come “Borgo dei Presepi“, per la caratteristica abitudine di esporre i presepi fuori dalle abitazioni, nelle strade e nei giardini: un’attrazione che nel periodo natalizio richiama tanti visitatori anche per una gitarella domenicale, visto che siamo solo a 36 km da Forlì.
Il fiume Montone, che lambisce Portico e attraversato dal Ponte della Maestà, tutto in pietra ad arcata unica, conferisce al paese il tipico paesaggio da illustrazione fiabesca.
Ma i luoghi da visitare sono vari passeggiando per le vie del paese: la torre medievale, resto dell’antico castello fortificato della famiglia Guidi; la pieve di Santa Maria in Girone ubicata sulla sommità del paese su uno sperone roccioso; la torre dell’orologio e il piccolo oratorio della Visitazione sono alcune delle attrattive. Se avrete la fortuna di incrociare il Prof. Bruno Gurioli, medievalista e memoria storica locale, oltre che persona squisita, allora Portico di Romagna vi entrerà nel cuore.
Non solo: qui, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sono vicini tanti paesini tenuti molto bene e tutti da scoprire: Dovadola, Rocca San Casciano e Santa Sofia sono alcuni che mi sento di raccomandare per un gita fuori porta.
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