La storia di Giuseppe Spagnuolo, l’unico abitante di Roscigno Vecchia

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Era diventato il simbolo della resistenza di un luogo che combatte contro il tempo e l’abbandono: Giuseppe Spagnuolo, l’unico e ultimo abitante di Roscigno Vecchia è scomparso pochi giorni fa.

Aveva legato la propria vita a un territorio e alla fine il suo nome e il suo volto erano finiti da anni su tantissimi giornali e tv, anche esteri, perchè era rimasto l’unico abitante di Roscigno Vecchia, in provincia di Salerno, uno dei tanti paesi che tratteggiano il Parco Nazionale del Cilento.

Roscigno Vecchia fu dichiarata in pericolo agli inizi del secolo scorso, così due ordinanze del genio civile, risalenti al 1902 e al 1908, ne imposero l’evacuazione per via delle continue frane. A cavallo fra gli anni ’50/60 il paese fu completamente abbandonato ma dopo oltre 100 anni le case e la grande chiesa sono rimasti in piedi e la bella fontana, da cui continua a sgorgare acqua, sembra indicare la vita.

Roscigno Vecchia

Forse qualcuno ha sentito in quel zampillo il battito di un paese che non voleva essere dimenticato, così erano rimasti alcuni simpatici dissidenti che avevano sfidato ogni legge degli uomini e del buon senso per rimanere a vivere fra quelle rovine, che sono comunque state tenute sempre sotto controllo e, dove possibile, rinforzate.

Giuseppe Spagnuolo da anni era rimasto l’unico abitante: era il 2001 quando aveva deciso di ritirarsi in una vita essenziale che seguiva lo scorrere del tempo e delle stagioni: niente luce elettrica e gas, sveglia all’ alba, a letto con il tramonto e nel mezzo giornate trascorse a parlare con le persone.

Giuseppe era davvero un personaggio: i capelli e la barba lunghi e bianchi e l’abbigliamento di un signore di altri tempi lo facevano assomigliare a un ibrido fra un Amish, Osho e Bukowski.

Non era un santone ma un uomo normale che aveva riscoperto la bellezza della vita semplice a 50 anni, dopo aver lavorato in Lombardia e aver messo su e famiglia.

Lo stile di vita incentrato sull’indispensabile non gli impediva di coltivare piccoli vezzi: una collezione di cappelli, l’ascot al collo e l’inseparabile pipa.
Non era un uomo abbandonato, ma semplicemente uno che voleva vivere da libero.

Così come Roscigno Vecchia non è un paese abbandonato, bensì la Pompei del 1900, come è stata definita da storici e antropologi.

Me ne venni in campagna e vidi che qualcuno passava e pensai che se avessero trovato qualcuno sarebbero venuti più spesso“- così Giuseppe mi aveva raccontato la sua scelta qualche mese fa.

Le sue giornate trascorrevano seduto sul muretto di fronte alla fontana e vicino alla chiesa.
Qui si faceva trovare per accogliere i tanti viaggiatori che passano da queste parti attirati dalla curiosità di questo luogo e anche per conoscere lui.

Roscigno Vecchia

Non chiedeva soldi, di cui non aveva bisogno, ma era felicissimo se qualcuno lo omaggiava con un pò di vino e delle pesche, anzi le “percoche“, come le chiamava lui.

Ogni giorno qualcuno arrivava a Roscigno per fare due chiacchiere o un selfie o semplicemente per accertarsi che tutto andasse bene.

Nelle giornate di sole della bella stagione è quasi impossibile vedere in Roscigno Vecchia un paese disabitato: gli edifici del centro del paese, bellissimi con la pietra a faccia a vista, non sono diroccati e davanti all’unica bottega di “Generi diversi”, la cui insegna è scampata all’erosione del tempo, è facile incontrare gente del posto che fa una partita a carte.

Roscigno Vecchia

Ma cosa ne è stato di tutti gli abitanti di Roscigno che abbandonarono il paese?

Si spostarono di pochi km, per la verità poche centinaia di metri, e rifondarono il paese, l’attuale Roscigno.

Purtroppo queste zone soffrono dello spopolamento e ad oggi il paese conta meno di mille abitanti residenti.

Per fortuna il turismo dei viaggiatori che amano spostarsi un pò nell’interno e visitare questi luoghi così lontani dal nostro tempo sostiene l’economia: in zona ci sono agriturismi molto belli, oltre a prodotti tipici davvero unici e eccellenti.

Non da ultimo, il patrimonio paesaggistico è uno dei tratti più belli del Parco Nazionale del CiIento con le Gole del Calore e le Grotte di Castelcivita nel raggio di pochi kilometri.

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