Il ristorante di proprietà del gruppo Unipol si distingue per un’ architettura spettacolare e una cucina elegante che coniuga regionalità e modernità. Si chiama “La Porta di Bologna” ed esprime la formula del classicismo contemporaneo in cucina.
A pochi passi dal distretto fieristico di Bologna, da pochi anni una struttura a forma di balena che sovrasta via Stalingrado ospita uno dei luoghi del cibo più belli della città, il ristorante “La Porta di Bologna“.
La Porta è un ristorante figlio della Bologna gastronomica contemporanea, quella che da qualche anno è uscita dal luogo comune di città della pasta fresca per diventare la città del cibo in ogni sua forma.
Inaugurato nel 2015, il ristorante è inserito in un complesso recente, il grande polo del gruppo assicurativo Unipol che è anche proprietario dell’ immobile che, dopo essere stato affidato in gestione a terzi, dal 2017 è diretto dalla stessa holding, che cura anche l’ adiacente “La Porta Cafè”.
Visitandolo, ho avuto la netta sensazione che qui si realizzi perfettamente il concetto di classicismo contemporaneo, ovvero alleggerito da inutili fronzoli, tanto nell’ arredo quanto nella proposta gastronomica.
Il ristorante si sviluppa su una superficie molto ampia in cui il salone centrale, caratterizzato da colori pastello e arredi classici, è dominante, ma la struttura contiene anche una seconda saletta per piccoli eventi e un’ esclusiva cigar room.
La Porta riflette il nuovo volto di una Bologna che ama ritrovarsi al tavolo nel segno dell’ eleganza e con una cucina che offre agli ospiti proposte legate alla regionalità, con elementi che guardano dall’ Appennino al mare Adriatico.
Dal 2018 la guida del ristorante è affidata a Lorenzo Venturelli, trentenne bolognese avveduto e affidabile, che ha scelto il lavoro di cuoco da grande, frequentando la prestigiosa scuola Alma e un successivo stage allo storico e prestigioso “Don Alfonso” che lo fa innamorare definitivamente di questo mestiere a volte complicato, come lui stesso ci ha raccontato: “Essere responsabile di una struttura come questa è impegnativo ma mi piace e per fortuna mia moglie fa parte dello staff, è cuoca anche lei”.
In effetti le responsabilità non mancano perché il ristorante, oltre ad essere la meta ideale per una serata elegante, ospita spesso eventi aziendali e poi c’ è l’ adiacente bistrot, aperto dalla colazione all’ aperitivo, che è presto diventato il riferimento non solo del personale amministrativo che occupa l’ enorme edificio dell’ Unipol ma anche di tutti i residenti che vivono nel grande residence che circonda la struttura.
Venturelli ha portato tutta l’ energia di una cucina giovane che si avvale di materia prima scelta e tecnica, riuscendo a scrivere un menù che pur basandosi sulla classicità, immediata e riconoscibile, la rinnova con la mano tecnica che sa sempre quando fermarsi per non eccedere in manierismi inutili; una cucina che rispecchia molto lo chef, misurato come pochi.
Nella carta troviamo i tradizionali tortellini –rigorosamente chiusi a mano- e le tagliatelle, ma già i cappellacci alla zucca si vestono di nuovo con un impasto di marroni al formaggio di fossa e porcini, mentre il risotto “Delta del Po” con i crostacei e polvere d’ alghe allunga lo sguardo verso l’ Adriatico e la pasta di grano Mancini chiude il cerchio dei primi assecondando qualsivoglia desiderio.
Anche fra i secondi, la scelta si muove tra terra e mare, consentendo di cogliere fra una coscia d’ anatra confit o un trittico di pesce, tra il filetto o la battuta di manzo o la seppia sporca con il suo nero, tra una cotoletta di vitello o una piovra alla plancia.
Di ottima fattura anche i dolci, dove la mano creativa si fa più audace fra bavaresi, panna cotta, tortino al cioccolato e sorbetti.
Importante la cantina, che conta circa 200 etichette, fra cui alcune belle partnership con i piemontesi Vini Ceretto oppure con le toscane Tenute del Cerro.
Proprio le collaborazioni sono un’ altra peculiarità del ristorante, che in nome di un condiviso senso di comunità, ha scelto di condividere il progetto con alcune aziende italiane che sono diventate più di semplici fornitori come Appennino Food Truffles, Pastificio agricolo Mancini, Vapor Control Fogacci, Lem Carni, Bellucci Prodotti Ittici per citarne alcuni.
Se a Lorenzo Venturelli va il merito della cucina, bisogna altresì riconoscere tutto il valore del giovane staff (età media 30 anni, ndr) che, oggi come non mai, lavora in team per promuovere la qualità del cibo e un servizio garbato ed efficiente che si rispecchia nel sorriso del coordinatore di sala Vincenzo Saladino.
Sono tempi difficili e lo sappiamo; ho conosciuto il team a ridosso delle festività natalizie, poche ore prima dello scattare dell’ ennesimo lockdown, e nonostante le aspettative sulle festività fossero state disilluse, il sorriso dello chef e del personale non è mancato nel raccontare i progetti sul futuro.
Alcuni lavori svolti durante la primavera hanno reso “La Porta” ancora più bella e cenare sospesi su via Staligrado, arteria che collega la periferia con il centro, offre un’atmosfera unica.
L’ augurio per il nuovo anno è che la “Balena” non resti incagliata nel lockdown e possa tornare a nuotare libera per i mari.
Manuela Di Luccio
La Porta Restaurant Piazza Vieira de Mello, 4 (la piazza sopraelevata su via Stalingrado) Bologna
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