Dalla secolare tradizione della Venerabile Confraternita della Morte, la processione degli Incappucciati rende unico il Venerdì Santo di Sorrento
La Pasqua è un tempo di culto Cristiano ma ci offre anche l’occasione per conoscere antiche usanze che suscitano interesse aldilà dell’aspetto religioso. Lo scorso anno sono stata a Sorrento (Na) e ho scoperto che in Costiera Sorrentina la Settimana Santa è caratterizzata da tre diverse processioni penitenziali molto particolari che, oltre a innovare un’usanza antichissima, offrono un singolare spettacolo a metà fra il mistico e il teatrale.
Le Confraternite
Tutto nasce con la fondazione delle Confraternite religiose, molto diffuse nel Medioevo, che si dedicavano a opere di carità, di penitenza e catechesi. Le Confraternite erano dedite anche all’organizzazione delle Sacre Rappresentazioni sotto forma di processioni che si svolgevano nei paesi, che allora erano poco più che borghi. Una caratteristica distintiva delle Confraternite era la pratica dell’auto-flagellazione come strumento di espiazione, che ispirò l’aspetto teatrale. Avvicinandoci ai tempi moderni, le Confraternite si sono via via dissolte o sono state soppresse dai decreti napoleonici. Anche con l’Unità d’Italia non vennero riconosciute come entità religiose e solo nel 1934 ottennero il riconoscimento di una personalità giuridica. Oggi le Confraternite sono associazioni laiche normate dal Codice di Diritto Canonico: le loro “mansioni” svolgono soprattutto un ruolo rappresentativo e di continuità con lontane tradizioni, specialmente in alcune regioni del Sud Italia in occasione delle Festività Cristiane. In Costiera Sorrentina e in quella Amalfitana sono varie le rappresentazioni che richiamano tanti visitatori anche per lo spettacolo e il coinvolgimento che riescono a creare.
La processione degli Incappucciati
La consuetudine delle processioni penitenziali durante la settimana santa a Sorrento ha avuto inizio intorno al 1300 ed è arrivata ai giorni nostri in una forma folkloristica e spettacolarizzata che però non l’ha privata di un profondo sentimento popolare di culto e spiritualità. Lo svolgimento è molto bello perché sono ben tre le rappresentazioni sacre che sfilano per la città fra il giovedì e venerdì Santo. La prima processione è quella del Rosario, organizzata dall’Arciconfraternita del Santissimo Rosario, e si svolge la sera del Giovedì Santo: i partecipanti indossano il saio domenicano con il cappuccio bianco, in modo da coprire il volto, e portano in processione i simboli del martirio e della passione di Cristo che richiamano ai passi dei Vangeli e una statua che raffigura Gesù che prega nel Getsemani. La processione dell’Addolorata, meglio nota come “la processione Bianca”, è organizzata dall’Arciconfraternita di Santa Monica di Sorrento e si svolge nella notte fra il Giovedì e Venerdì Santo e termina alle prime luci dell’alba. In questa processione si venera il momento del dolore: i partecipanti sono incappucciati, indossano un saio bianco con una cintura nera e portano in processione la statua dell’Addolorata.
Il venerdì sera, infine, si svolge la processione degli Incappucciati del Cristo morto, il momento più solenne e teatrale delle funzioni pasquali sorrentine, organizzata dalla Venerabile Confraternita della Morte che è la più antica di Sorrento. Non è una Via Crucis ma si tratta di una marcia funebre a cui prendono parte circa 500 uomini incappucciati e vestiti di nero che con un lungo corteo portano in processione gli elementi del martirio di Cristo: la lancia che gli trafisse il costato; la bacinella dove Ponzio Pilato si lavò le mani; il sudario e poi un bellissimo Cristo di legno del 1500, in stile Barocco.
La marcia è accompagnata da un’orchestra che suona musiche funebri di Chopin, mentre gli Incappucciati intonano canti gregoriani che recitano il Salmo 50 di Davide, detto anche Miserere. La processione attraversa le vie principali e più belle di Sorrento, fra cui via Sersale, corso Italia, piazza Tasso, per poi terminare con una benedizione collettiva. Non sto neanche a descrivere quanto è bello lo scenario nel contesto sorrentino, fra i giardini curatissimi e le terrazze delle ville storiche ricoperte di glicini. I Sorrentini sono particolarmente legati a questa tradizione e far parte della Confraternita della Morte è motivo di orgoglio: oggi la sede della Venerata Confraternita della Morte si trova in via Sersale, un edificio storico nella parte antica di Sorrento. La cosa che mi ha più colpita è il silenzio che accoglieva il corteo nonostante tantissime persone affollassero i lati delle strade per assistere allo spettacolo onirico. La rappresentazione degli Incappucciati esalta la potenza di quelle revocazioni, di quei momenti pieni di pathos che da millenni ci invitano a un momento di riflessione. Questo irresistibile mix di fascino e mistero fa della processione degli Incappucciati una delle più belle rappresentazioni religiose in Italia. E poi, vuoi mettere di godere anche della meravigliosa Costiera Sorrentina in primavera?
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