La cittadina friulana è Capitale Europea della Cultura insieme alla gemella slovena Nova Gorica
Elegante e ferita. Gorizia mi è apparsa così e aggiungerei anche incompresa: una città di confine che porta impresse nell’animo le ferite di due Guerre Mondiali ma che ha reagito sfoggiando tutta l’eleganza dei suoi edifici rimasti intatti agli anni duri del passato e che ne fanno un gioiellino lambito dal fiume Isonzo e circondato dalle montagne rocciose e calcaree del Carso e dai paesaggi più morbidi del Collio. Il passato e il presente di Gorizia si esprimono nella sua posizione di confine dove confluiscono le culture romanze, tedesche e slave. Questo melting pot di culture affonda le sue radici fin dall’età medievale, quando si formò il vero nucleo urbano della città, che fu subito abitata da friulani, tedeschi e sloveni. Purtroppo la storia di Gorizia si è intrecciata con alcuni degli episodi più tristi e sanguinosi del 1900: durante la Prima Guerra Mondiale fu teatro di scontri, prima conquistata dagli italiani e poi occupata dall’Impero Austro-ungarico e poi ancora annessa al Regno d’Italia nel 1921 insieme al resto della Venezia Giulia; poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu di nuovo campo di scontro contro i tedeschi fin quando, nel 1947, l’Italia perse vari territori della Venezia Giulia e la stessa Gorizia fu spaccata in due e divisa da un cordone di filo spinato: la parte di città che passò sotto l’allora Jugloslavia, oggi Slovenia, divenne Nova Gorica (si legge Nova Goriza). Probabilmente questo passato turbolento non ha aiutato la città a sviluppare una allure turistica ma è innegabile che Gorizia meriti una visita, anche solo per ammirare i suoi edifici monumentali dalle linee eleganti, testimonianza architettonica di un passato legato all’Impero asburgico. La nomina come Capitale Europea della Cultura 2025 riaccende finalmente un faro su questa zona del Friuli Venezia Giulia che è ancora poco conosciuta anche agli stessi italiani. Il programma, chiamato GO! 2025, prevede numerosi eventi culturali, artistici ed enogastronomici, con l’obiettivo di celebrare la storia e la cultura delle due città. Il programma di eventi si concentrerà su quattro temi principali: Guerra e Pace, La creazione del nuovo, Contrabbandieri e Tanto verde, che riflettono la storia, la cultura e l’identità transfrontaliera delle due città; ci saranno anche festival d’arte contemporanea e rassegne cinematografiche, spettacoli di danza, concerti di musica elettronica e talk su tecnologia e innovazione.
Cosa vedere a Gorizia: itinerario di un giorno
Gorizia non è molto grande – conta appena 33mila abitanti- e si gira benissimo in un giorno. La scoperta della città può partire bene dalla stazione, imboccando Corso Italia: il lungo e ampio viale alberato, in stile Mitteleuropeo e dotato di ampia pista ciclabile, ti fa entrare pian piano nel cuore della città moderna e commerciale. Fra gli edifici da visitare c’è la Cattedrale Metropolitana dei Santi Ilario e Taziano, ovvero il Duomo di Gorizia, che è una chiesa antica risalente al 14° secolo. Rispetto al centro cittadino è un po’ decentrata ma la visita risulterà utile perché a pochi passi c’ è Via Rastello, che per secoli è stata il cuore pulsante della città con i suoi caratteristici portici che accoglievano botteghe e osterie. Il suo nome deriva dal cancello a forma di “rastrello” che in epoca medievale, nelle ore notturne, separava la cittadella sorta intorno al castello dalla campagna circostante. Oggi il cuore commerciale si è spostato ma la bellezza della strada è rimasta intatta e la si può attraversare con calma, visto che è pedonale, ammirando i portici e le facciate colorate. Una bella esperienza da fare è una visita all’antica ferramenta Krainer del 1910 che conserva arredi in legno di rovere e atmosfere originali.
Via Restello
Da qui, è facile imboccare la via per il Borgo Castello di Gorizia che è davvero bello innanzitutto per il panorama che si affaccia sulla città, ma anche perché il borgo è stato mantenuto perfettamente con la sua pianta di cittadella fortificata. L’attrazione principale del borgo è il Castello di Gorizia, risalente al XI secolo e oggi sede del Museo del Medioevo goriziano. Il Castello è circondato da un grande parco alberato e poi da borgo, perfettamente mantenuto: una parte ospita il Museo della Grande Guerra, tappa imprescindibile se visiti Gorizia. Il museo è davvero ricco di reperti dell’epoca: giornali originali, foto di Gorizia martoriata, armi, lettere e diari dei soldati al fronte e i loro effetti personali. Molto suggestiva è la trincea ricostruita a grandezza naturale e lo stesso vale per il percorso che riproduce la vita in trincea compresa dei continui e assordanti suoni di guerra fra spari e granate. Per me che sono appassionata di storia, questo museo è uno dei più interessanti musei tematici che abbia visitato. All’interno di borgo castello c’ è anche un bel museo dedicato alla Moda e alle Arti applicate.
Riproduzione di una trincea a grandezza naturale nel Museo della Grande Guerra
Scendendo verso il centro cittadino, merita una visita la Chiesa di Sant’Ignazio, che venne edificata per volontà dei Gesuiti fra il 1654 ed il 1747. La chiesa ha un aspetto particolare per la facciata con due torri campanarie sormontate da due “cupole a cipolla” in bronzo dal sapore orientale.
Chiesa di Sant’Ignazio
La Chiesa si affaccia su Piazza della Vittoria, circondata da tanti caratteristici palazzi colorati, al cui centro si trova la fontana del Nettuno e tanti caffè per fare una pausa con panorama urbano.
Attraversare a piedi il confine con la Slovenia
Un’esperienza da fare a Gorizia è sicuramente quella di attraversare a piedi il confine con la Slovenia e entrare a Nova Gorica. Le due città (e i due Stati) condividono la Piazza della Transalpina, dove un tempo sorgeva il muro che divideva la città e dove adesso c’è un simbolo di unità e amicizia. I primi passi in territorio sloveno sono stati un po’ particolari perché somiglia a tanti quartieri moderni delle nostre città con centri commerciali, piste ciclabili, palazzi di rappresentanza di vetro. A ricordarci di essere all’estero sono le scritte e i prezzi, che sono un po’ più bassi. Ovviamente la vera Slovenia non è Nova Gorica ma attraversare il confine a piedi e rendersi conto dopo pochi passi di essere all’estero è simpatico.
Piazza della Transalpina
Simbolo della Pace in Piazza Transalpina
Cosa mangiare a Gorizia
Anche dal punto di vista enogastronomico Gorizia presenta le peculiarità di una cucina di frontiera, in cui convergono varie tradizioni. Ci sono ricette comuni a tutto il Friuli Venezia Giulia come i Tagliolini al Prosciutto San Daniele, il frico, la jota (minestra a base di crauti, fagioli e pezzi di maiale) e la brovada, piatto a base di rape bianche fermentate (varietà colletto viola) e altre derivanti dalla tradizione dell’Est fra cui il burek e la Lubianska (o ljubljanska) che è qualcosa di epico: due fette di vitello o lonza di maiale, farcite con prosciutto cotto o crudo e formaggio fondente, e successivamente impanate e fritte. Un buon indirizzo dove magiare queste specialità è la trattoria Ca’ di Pieri, in pieno centro cittadino. Fra i dolci il più tipico è il Presnitz, detto anche Gubana di Gorizia ed è una pasta sfoglia arrotolata con un ripieno di noci, mandorle, pinoli, uvetta – cioccolato, rum, zucchero, cannella, scorza d’arancia candita e biscotti sbriciolati; molto diffusa è anche la Carsolina, un dolce molto simile alla millefoglie. Come non citare i vini Doc di Collio, Isonzo e Carso apprezzati a livello internazionale e che comprendono la Ribolla Gialla, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon, Malvasia, Merlot e Vitovska, per citare i più conosciuti.
Lubianska
Friuli Venezia Giulia: una Regione da scoprire attraverso il turismo lento
Chi è appassionato di cicloturismo ha la fortuna di potersi godere Gorizia e zone limitrofe attraversando la Ciclovia Pedemontana FVG3 che parte da Sacile, attraversata dal fiume Livenza, e termina a Gorizia-Nova Gorica con un percorso di circa 180 Km che attraversa Maniago, noto nel mondo per la produzione delle coltellerie; il borgo di Toppo, inserito nei Borghi più Belli d’Italia; Gemona del Friuli, borgo medioevale contaminato dalla Street Art e dall’architettura contemporanea e Cividale del Friuli, sito UNESCO per l’arte longobarda. Ma non solo: tutto il Friuli Venezia Giulia è un territorio da scoprire partendo dalle città d’arte come Udine , passando per Cormons, bellissimo borgo famoso per il vino e i formaggi e per finire con la caratteristica città marittima di Grado. Infine, se puoi, non perderti Pordenone, una bella città che è stata recentemente proclamata Capitale italiana della Cultura 2027.
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