Scoprire la Valle d’Elvo: da Sordevolo al Sacro Monte di Oropa attaversando la via del Tracciolino

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Vocata al turismo religioso per la presenza di alcuni del Santuari Mariani più grandi d’ Europa, la Valle d’Elvo (Bi) non è ancora meta del turismo di massa ma proprio per questo molto interessante per chi ama davvero la quiete della montagna, la sua aria tersa, i silenzi rotti solo dai “rumori” della Natura, la convivialità vissuta intorno a un tavolo di legno con al centro un bel paiolo di polenta concia.

Siamo in provincia di Biella, praticamente al confine con la Valle d’ Aosta e ai piedi delle Alpi Biellesi: la Valle d’Elvo si divide in Alta e Bassa Valle.

La prima si distingue per un territorio tipicamente montano che si estende indicativamente dalle sorgenti in quota del torrente Elvo fino alla strada del “Tracciolino”: si tratta di una valle aperta, con ampi pascoli, alpeggi e rifugi alpini in quota; La Bassa Valle invece è caratterizzata da ampie colline, centri abitati più importanti e alcuni insediamenti produttivi.

Qui ho vissuto alcuni giorni all’ insegna del relax, della semplicità, della genuinità e ho incontrato una comunità molto accogliente a dispetto del luogo comune che vuole i “montanari” come persone chiuse e poco socievoli.

Non ho visitato tutti i Comuni della Valle ma ho toccato i punti di maggiore interesse, pertanto ho tracciato un percorso utile per chi vuol sapere cosa vedere in Valle d’Elvo.

Sordevolo

Sordevolo è il Comune più conosciuto della Valle d’Elvo; si tratta di un borgo montano legato alla “Passione di Sordevolo” rappresentazione di teatro popolare di matrice cristiana che da 200 anni, ogni cinque anni, anima l’estate della valle. Se assisterete a questa rappresentazione resterete stupiti dall’abilità con cui un’associazione culturale non professionistica ha saputo realizzare scenografia, costumi e dialoghi che in due ore aiutano a ripercorrere le ultime ore della vita di Gesù dall’ arresto alla Resurrezione. L’edizione del 2022 andrà in scena sino al 25 settembre.

cosa vedere in valle d' elvo

Sordevolo però mi è piaciuta tantissimo anche per il culto dei fiori, tanto che è stato battezzato “Borgo fiorito”: qui ho visto una fioritura di Rododendro in formato extralarge che mi ha riempito la vista e il cuore. Passeggiare per le vie che portano fuori dal centro è un toccasana: facendo sosta in uno dei tanti belvedere lo sguardo si apre sulla valle punteggiata da ville antiche bellissime e con giardini di superba bellezza come Villa Maria, Villa Sorriso e Villa delle Rose.

cosa vedere in valle d' elvo

Per gli amanti dei musei e della storia locale è sicuramente interessante visitare l’ Archivio del Lanificio Vercellone ospitato nel Palazzo del Municipio che testimonia l’antico legame del territorio con il mondo tessile, in particolare con la lavorazione della lana, favorita dai numerosi corsi d’ acqua.

La via del Tracciolino e la Trappa di Sordevolo

La via del Tracciolino è lunga circa 25 km, tocca vari Comuni del Biellese ed è uno dei percorsi di trekking in quota più belli d’ Italia.

Gli amanti degli sport estremi qui potranno cimentarsi con la Ferrata dell’ Infernone: una scalata costeggiando torrente Elvo aggrappati alle rocce.

Percorrendo la via panoramica del Tracciolino si possono ammirare i pascoli e gli alpeggi dell’Alta Valle Elvo. Mentre percorrevo questa strada, oltre ad essermi persa nel meraviglioso paesaggio naturale, mi sono imbattuta in una transumanza estiva di mucche, la locale “Pezzata rossa di Oropa”, con i loro meravigliosi collari di cuoio in cui io vedevo delle splendide cinture etniche :p

La strada del Tracciolino è anche il percorso su cui si trova la Trappa di Sordevolo, antico convento di monaci trappisti scappati dalla Francia della Rivoluzione Francese. I monaci trappisti erano dei riformatori particolarmente rigidi che osservavano una vita contemplativa fatta di preghiera e lavoro agricolo e in questa grande costruzione in pietra, isolata e incastonata fra le vette delle Alpi, trovarono l’ humus per nutrire la vocazione.

cosa vedere in Valle d’Elvo

Oggi la Trappa è sede di un’associazione legata a Slow Food Travel Montagne Biellesi che gestisce lo spazio: si può pernottare nelle cellette che furono dei monaci  oppure fermarsi per una sosta a pranzo, assaporando il salame di Pezzata rossa, il salame cotto, il fantastico burro a latte crudo,  lo spezzatino di carne locale e naturalmente la polenta concia. La Trappa è aperta al pubblico con tante attività da aprile a ottobre.

Sacro Monte di Oropa

Questo è uno dei posti che sicuramente mi resterà nel cuore. Il Santuario di Oropa prende il nome dal Comune in cui è abitato, si trova a 1200 metri di altezza ai piedi del Monte Mucrone ed è Patrimonio Unesco dal 2003.

Il Santuario deve la sua fama al culto della Madonna Nera, detta appunto Santa Vergine d’Oropa, che affonda le sue radici in 6 secoli di devozione popolare: ogni anno vi affluiscono 800.000 pellegrini e più di 100 processioni.

Con il tempo, oltre al turismo religioso si è sviluppato anche il turismo legato di montagna grazie alla funivia che conduce all’incantevole lago del Mucrone e all’omonima stazione sciistica.

La storia del Santuario è lunga ma quello che mi interessa dirvi è che non si tratta “solo” di un Santuario ma di una sorta di cittadella dove si trovano tanti ristoranti, ben 600 camere per ospitare fedeli e turisti che partono da qui per fare varie attività outdoor.

Parco della Burcina

Il Parco della Burcina è un giardino storico risalente alla metà del 1800: il suo insieme di vegetazione autoctona e varietà botaniche provenienti da tutto il mondo offrono il suo massimo splendore dalle fioriture primaverili al foliage autunnale ed è sicuramente

Dove mangiare

Dalle colline e montagne del biellese ricche di pascoli e alpeggi giungono  prelibati formaggi, i più noti dei quali sono Toma e Maccagno, che vanno ad arricchire i piatti tipici come la polenta concia (polenta morbida con tanto formaggio all’interno e burro fuso sopra) e il riso in cagnone.

Fra i vini, i DOC Erbaluce e Canavese sono la massima espressione di questo territorio.

E poi come non citare il riso, proveniente dalle antiche risaie biellesi in Pianura, primo e unico riso italiano che può vantarsi della denominazione DOP! 

Il primo indirizzo di qualità è l’ Antico Ristorante Ca’ d’Gamba Romeo a Sordevolo, un nome un po’ lungo così come la storia di questa insegna, un ristorante dallo stile classico dove mangiare piatti tipici come gli sformati di verdura con una fonduta di Maccagno.

Se invece preferite una location informale e immersa nella Natura il riferimento è l’ Agriturismo Nicolo Paolo che propone una cucina locale semplice ma saporita come la giardiniera artigianale e il risotto alle erbe di campo.

cosa vedere in valle d' elvo

Per una cena elegante vi segnalo il ristorante Croce Bianca all’ interno del complesso del Santuario di Oropa dove, tra le varie portate, consiglio la Selezione di antipasti caldi Piemontesi (crema di Maccagno con dadolata di paletta, flan di cavolo cappuccio con delicata bagna caoda, capunet ai tre arrosti, semolino dolce) seguiti da un ristoo allo spumante Ebaluce e un dolce bonnet in chiusura.

Quello della Valle d’Elvo, lo avete capito, è un itinerario che nutre il corpo e lo spirito ed è anche conveniente rispetto a località più rinomate e affollate.

Se cerchi altre idee di viaggio, puoi dare un’ occhiata nella sezione “Itinerari” oppure visitare la mia pagina Instagram con tante foto di viaggi e trovare ispirazione.

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