Chic Card: sostenere la cucina italiana di qualità come mezzo di cultura

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Questi mesi di chiusura forzata causati dall’ “emergenza Covid-19” hanno indebolito tutto il comparto della somministrazione fino a gettare nello sconforto tanti imprenditori. Per il mondo della ristorazione questo è il momento dell’ ascolto, del confronto e del supporto: forse per la prima volta, dopo anni di crescita, questo settore si trova  ad interrogarsi sull’ imminente futuro e sulle nuove modalità di somministrazione che al momento appaiono ancora un po’ confuse e a tratti contraddittorie. In questo contesto di incertezza, le associazioni di settore assumono un ruolo centrale, in quanto capaci di fare da collante fra i ristoratori e supportarli nell’ individuazione di nuove strategie. Fra queste c’ è Chic- Charming Italian Chef, l’ associazione fondata 11 anni fa da Raffaele Geminiani che oggi conta circa 120 associati fra cuochi, pizzaioli, pasticcieri e gelatieri e che da sempre si è distinta per le attività di collaborazione che si traducono in intense giornate itineranti fatte scambio e confronto fra associati e aziende partner. Oggi Chic pensa un’ iniziativa  a supporto dei suoi associati e lancia la Chic Card, che è qualcosa di più rispetto al classico acquisto anticipato di un pranzo/cena: ne abbiamo parlato con Raffaele Geminiani, fondatore di Chic, e Katia Piazzi, responsabile dei progetti ed eventi dell’ associazione.

Raffaele, che immagine hai della ristorazione di oggi?

“Negli ultimi giorni molti ristoratori si sono messi in moto con il delivery: ovviamente non si tratta degli stessi numeri rispetto alal ristorazione tradizionale ma c’ è stato un riscontro, un segnale da tenere in conto perchè i clienti rispondono e questo fa pensare che la gente ha voglia di uscire e tornerà al ristorante”.

Voi come associazione come avete risposto?

“Stiamo facendo varie iniziative in videoconferenza pe tenere insieme il tessuto su cui lavoriamo, soprattutto puntando sul rapporto fra produttori e ristoratori: abbiamo organizzato dei webinar proprio per rinsaldare il rapporto fra di loro e darsi una mano reciprocamente; da soli, chiusi in casa, ci si deprime mentre il confronto supporta entrambe le categorie. Anche la nostra assemblea annuale si svolgerà on line; inoltre, ci sono aspetti che possono essere utili”.

Quali?

“L’ elemento della cucina sostenibile, a cui noi abbiamo sempre dato importanza, subirà un’ accellerata: senza fare retorica, oggi indubbiamente c’ è più consapevolezza e se l’ emergenza che viviamo ci fa capire che l’ uomo mette a rischio l’ ecosistema, anche la cucina dovrà avere uno sviluppo sostenibile e sicuramente in futuro questo aspetto sarà rafforzato. Poi c’ è un altro lato positivo in questa situazione: abbiamo avuto il tempo per fermarci e riflettere su alcune soluzioni per il presente e il futuro e focalizzarci su aspetti che erano già nei nostri obiettivi ma che non avevamo tempo di sviluppare, tra cui il legame del cibo con la cultura. Come ti spiegherà Katia, la nostra ultima iniziativa “Chic Card” tiene conto anche dell’ aspetto culturale italiano e nell’ ottica di legare la cucina italiana ad altri mondi, abbiamo trovato un aggancio con il settore museale che ci piace perchè l’ idea di uscire rimette in moto tanti settori, dai ristoranti ai musei”.

Come vedi l’ imminente futuro?

“Come tutti aspettiamo le regole governative ma noi stiamo anche lavorando con alcuni consulenti per stilare un protocollo che supporti i nostri ristoratori nella “fase 2″. Inoltre, insieme ad altre realtà associative abbiamo fatto rete per far sentire la voce della categoria dei ristoratori ai tavoli governativi. Per quanto riguarda la riapertura, credo che sia ragionevole essere cauti e avere buon senso: ormai la stagione primaverile è saltata ma speriamo che la data del 1 giugno sia quella giusta e definitiva, altrimenti il settore rischia di demoralizzarsi. Da un altro punto di vista immagino che i nuovi presidi territoriali porteranno una scrematura positiva al settore in merito alle attività che già da prima non lavoravano con le giuste precauzioni”.

Raffaele Geminiani, Katia Piazzi Chic-Charmig italian chef  Chic Card
Raffaele Geminiani e Katia Piazzi

Passiamo adesso la parola a Katia Piazzi, che ci racconterà nei dettagli il progetto “Chic Card”

Katia, come associazione di ristoratori come state vivendo questo periodo?

“Noi abbiamo sempre portato avanti diverse iniziative vocate a “be2be” per aiutare il confronto fra chef, pizzaioli e pasticcieri. In questo momento difficile abbiamo continuato a mantenere vivi i rapporti fra i ristoratori e anche con i produttori che sono nostri partner, quindi organizziamo  piccoli gruppi di incontro on line e sulla pagina Instagram facciamo interviste giornaliere: questa modalità serve a creare dialogo e dare voce ai singoli associati. Ognuno di loro sta vivendo questa situazione nella propria realtà, elaborando strategie diverse e il confronto è utile per sostenersi e anche per combattere tante fake news che circolano; purtroppo ci siamo accorti che tanti sciacalli stanno cavalcando l’ onda della paura degli imprenditori e noi siamo a loro fianco per guidarli e accompagnarli verso la ripresa. Inoltre, abbiamo cercato di agevolarli permettendo loro di dilazionare la quota associativa annuale e abbiamo intrapreso strade nuove, come l’ invito agli chef ad acquistare prodotti delle aziende- partners; da un altro lato, le stesse aziende sono state disponibili ad inviare alcune campionature ai ristoranti per far conoscere i loro prodotti. Non ci fermeremo qui e stiamo pensando a come gestire al meglio la fase 2”.

Anche voi siete stati obbligati a fermare le vostre iniziative..

“Abbiamo dovuto annullare vari eventi, fra cui il congresso annuale e la nuova stagione di incontri, ma in attesa di indicazioni precise stiamo già pensando alle nuove giornate “Chic”. Soprattutto, stiamo pensando al presente e come sostenere i nostri associati e i produttori, quindi è nata la Chic Card”.

Cos’ è la Chic Card?

“E’ un progetto realizzato insieme a Superb Experience, la piattaforma di prenotazioni on line, con cui gli utenti possono acquistare un pranzo o una cena ma senza dover subito decidere in quale ristorante o pizzeria; si parte da un valore minimo di 40€.  Acquistando un’esperienza CHIC e non la cena in un locale specifico, si tutela inoltre il cliente da eventuali chiusure o riaperture posticipate: in pratica, oggi si acquista ma poi ci sarà tempo per decidere dove consumare il pasto acquistato. Abbiamo scelto questa soluzione perché il futuro è ancora incerto e noi vogliamo tutelare anche i consumatori che potranno scegliere liberamente dove andare: magari viaggeranno e quindi potranno scegliere una delle strutture associate in tutta Italia oppure potranno consultare l’ elenco per trovarne una vicino la loro casa. Con questa operazione CHIC dedica particolare attenzione ai rapporti con la filiera dei fornitori con cui è a stretto contatto: ogni ristorante, infatti, inserirà nei menu alcuni prodotti delle aziende che supportano l’Associazione. Acquistando la Chic Card, oltre a dare un sostegno agli imprenditori, gli ospiti otterranno anche un buono sconto per visitare un museo o una mostra in Italia. Noi ci impegniamo a devolvere una parte del ricavato in beneficienza alla Croce Rossa Italiana”.

Guardando al futuro, cosa avete in cantiere?

“Appena sarà possibile recupereremo in corsa gli eventi e i progetti, fra cui il rinnovo del direttivo e come ogni anno ci saranno nuovi ingressi in associazione e anche la nostra guida-directory sarà pubblicata”.

Come immagini il futuro della ristorazione?

“Penso che cambieranno tante cose: in primis gli ospiti cercheranno sicurezza e desiderio di essere un po’ coccolati. Oggi c’ è più consapevolezza rispetto al passato e i ristoratori dovranno conquistare con la cucina e con la sicurezza”.

La Chic Card può essere acquistata collegandosi al sito www.charmingitalianchef.com oppure sul sito www.superbexperience.com

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1 Comment

  1. Elena ha detto:

    Ritengo molto interessanti e istruttivi, gli articoli pubblicati su questo sito.

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